1537

Nuovo seminario sul tema organizzato da EUROCONFERENCE
(Milano 5.10.2016)

CORPO DOCENTE:

Avv. Anna Di Lorenzo
PROGRAMMA:

I soggetti della sicurezza

  • I soggetti della sicurezza
  • Il Datore di Lavoro: sviluppi giurisprudenziali
  • La delega di funzioni e poteri (art. 16 D.Lgs 81/08)
  • Utilità del Modello 231 per il Datore di Lavoro delegante
  • Individuazione dei soggetti in base alle mansioni di fatto

I diversi compiti “normativi” dei soggetti della sicurezza

Rapporti tra Modello 231 e DVR

Tecniche di analisi del rischio reato presupposto

  • Modalità operative per l’impostazione dell’analisi
  • Come reperire le informazioni (documenti, interviste, check list)
  • Individuazione ed analisi dei processi sensibili “sicurezza sul lavoro”

Protocolli specifici del Modello 231

  • Le indicazioni dell’art. 30 D.Lgs. 81/08
  • Standard minimi per le PMI (D.M. 13.2.2014)
  • Individuazione dei soggetti coinvolti e contenuti
  • Tecniche di redazione dei protocolli di prevenzione
  • Previsione di flussi informativi verso l’Organismo di Vigilanza
  • I sistemi di gestione, criteri di utilizzabilità

L’O.d.V.

  • Composizione dell’O.d.V.
  • Oggetto dell’attività di vigilanza
  • Rapporti tra O.d.V. e RSPP

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1415
 Nuovo ciclo di seminari sul tema della difesa penale di società ed enti, organizzato da EUROCONFERENCE 
(Padova 27.10.2016 e Milano 24.11.2016)
CORPO DOCENTE:

Avv. Alberto Tenca

PROGRAMMA:

La fase di indagini preliminari

  • Prescrizione e decadenza in relazione all’illecito 231
  • L’illecito commesso all’estero e quello commesso in Italia da Enti esteri
  • Reati associativi quali veicolo della responsabilità 231 in relazione a reati non presupposto: posizioni giurisprudenziali a confronto
  • Rappresentanza e costituzione dell’Ente tra incompatibilità normative e diritto di difesa
  • Le misure cautelari: requisiti per la concessione e difesa dell’Ente
  • Sequestro probatorio e conservativo

Il processo

  • La costituzione di parte civile dell’Ente e nei confronti dell’Ente: i contrasti giurisprudenziali
  • Compatibilità delle posizioni di Ente sottoposto a processo e di Responsabile civile per il fatto dell’imputato 
  • Strategie e tecniche difensive
    • La difesa sul fatto reato presupposto e sull’illecito amministrativo dipendente da reato
    • Il Modello come essenziale strumento di difesa 
    • La prova dell’elusione fraudolenta del Modello 
    • La prova dell’esistenza ed operatività dell’OdV
  • Il contenimento delle sanzioni
    • L’ottenimento di “attenuanti”
    • Come  impedire  sanzioni  interdittive  od  ottenerne  la  conversione  in sanzioni pecuniarie
  • Procedimento 231 e procedure concorsuali
    • Giudizio a carico dell’Ente fallito
    • Legittimità del sequestro 231 in pendenza di procedure concorsuali

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1695
Seminario di due giornate organizzato da EUROCONFERENCE 
(varie sedi da ottobre a dicembre 2016)
CORPO DOCENTE:

Avv. Anna Di Lorenzo e Avv. Alberto Tenca

PROGRAMMA:

ELEMENTI DELLA RESPONSABILITA’ ESSENZIALI PER LA REDAZIONE DEL MODELLO 231
Ambito soggettivo e territoriale d’imputazione
Interesse o vantaggio per l’Ente
Soggetti apicali e sottoposti
Reati presupposto e aree di impatto
Le finalità del Modello 231

APPROCCIO PRATICO ALLA REDAZIONE DEL MODELLO 231
Tecniche di analisi e valutazione dei rischi reato presupposto
Sviluppo operativo dell’attività di analisi
Informazioni spesso trascurate di cui è essenziale l’acquisizione
Impostazione della mappatura del rischio reato
Discussione critica delle diverse tecniche di valutazione del rischio
Suggerimenti operativi di redazione dei protocolli di prevenzione
Tecniche di redazione dei protocolli di prevenzione
Contenuti essenziali
Previsione di flussi informativi verso l’Organismo di Vigilanza
Come utilizzare i Sistemi certificati (es. ISO 9000 e 14001 e OHSAS 18000)
Protocolli specifici per la prevenzione
Impostazione dei protocolli secondo le indicazioni dell’art. 30 D.Lgs. 81/08 e DM 13.2.14

La prevenzione dell’autoriciclaggio: questioni discusse e possibili soluzioni
Protocolli per la gestione di acquisti e vendite finalizzati alla prevenzione di diverse fattispecie di reato
Disamina di misure di prevenzione in materia ambientale
Discussione in merito alle modalità di prevenzione di ulteriori fattispecie reato d’interesse dei partecipanti

L’ORGANISMO DI VIGILANZA
Individuazione e nomina

Attività di vigilanza: sviluppo operativo

DIVULGAZIONE DEL MODELLO 231
Impostazione dell’attività informativa e formativa

Soggetti destinatari
“Cosa divulgare” 

IL SISTEMA DISCIPLINARE
Come strutturare un sistema disciplinare “legittimamente applicabile”

I soggetti da sanzionare e i titolari del potere disciplinare
Illeciti sanzionabili e tipologia di sanzioni

MODELLO 231 E SOGGETTI TERZI OPERANTI A VARIO TITOLO PER L’ENTE
A chi deve guardare il Modello 231, come e perché

Sviluppo del sistema sanzionatorio
Nuovi obblighi contrattuali nascenti
Clausole contrattuali da formalizzare

L’AGGIORNAMENTO DEL MODELLO 231
Aggiornamento del Modello: quando e perchè

I soggetti coinvolti nell’aggiornamento
Iter da seguire
Aggiornamento dei Protocolli
Adozione ed attuazione dell’aggiornamento

L’APPROCCIO DELL’ENTE E DEI SUOI CONSULENTI IN CASO DI “INDAGINE PER REATO PRESUPPOSTO”
Come porre tempestivamente l’Ente in condizioni di partecipare e difendersi nel procedimento 231

Valutazione sull’opportunità di riorganizzazione del vertice: utilità e indicazioni giurisprudenziali
Verifica del Modello 231 esistente
Verifica dell’attività di vigilanza svolta dall’OdV e indagini difensive
Sviluppo del Modello 231 ex post: peculiarità e benefici

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Nella Gazzetta Ufficiale n. 132 del 8.6.2016 è stato pubblicato il Decreto Legislativo n. 97 del 25.5.2016, contenente “revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza”.

Il Decreto, nei primi 40 articoli, interviene massicciamente sull’intero testo del D.Lgs. 33/2013, mentre all’articolo 41 detta alcune modifiche all’art. 1 della L.190/2012.

L’adeguamento alle modifiche apportate al D.Lgs. 33/2013 dovrà avvenire entro sei mesi dall’entrata in vigore del Decreto.

Cliccare per il testo del Decreto come pubblicato sul sito www.gazzettaufficiale.it.

La questione della giurisdizione del giudice italiano e della applicabilità del D.Lgs. 231/01 in caso di reato presupposto commesso all’estero e di reato commesso in Italia da Enti esteri riveste da sempre grande interesse, sia in ambito processuale, sia in sede di realizzazione dei Modelli di Organizzazione e Gestione.
Sotto tale secondo aspetto, infatti, da un lato la rilevanza dei fatti reato presupposto commessi all’estero deve necessariamente essere considerata nella costruzione dei Modelli di prevenzione, dall’altro l’applicabilità della norma italiana ad Enti esteri operanti in Italia deve essere dagli stessi considerata ai fini della valutazione di eventuale adozione del Modello esimente ex D.Lgs. 231/01.

Se l’applicabilità della norma agli Enti aventi in Italia la sede principale per fatti commessi all’estero trova espressa disciplina nell’art. 4 D.Lgs. 231/01, che ne prevede anche puntualmente le condizioni, non vi è di converso alcun dettato normativo in relazione all’ipotesi di reati commessi in Italia da Enti esteri.

In proposito, la giurisprudenza di merito ha tuttavia ripetutamente affermato l’applicabilità della norma a società straniere per reati commessi nel territorio italiano, in ragione del fatto che le società straniere operanti in Italia devono osservare le leggi del nostro ordinamento ed hanno l’onere di attivarsi ed uniformarsi alle relative normative.
La ragione giuridica di tale applicabilità è stata rinvenuta in:
– art. 34 D.Lgs. 231/01 che rinvia alle norme del codice di procedura penale;
– art. 36 D.Lgs. 231/01 che radica la competenza a decidere l’illecito 231 in capo al Giudice competente per il reato presupposto.

In tale contesto si colloca la recentissima pronuncia della Corte di Cassazione, Sez. VI penale, n. 11442 depositata il 17.3.2016.

In essa la Suprema Corte ritiene che, ai fini dell’applicabilità del D.Lgs. 231/01, il reato presupposto debba considerarsi commesso in Italia anche nel caso in cui nel territorio italiano si verifichi la sola “ideazione” dello stesso.

I Giudici di merito hanno accertato che l’amministrazione della società olandese… avveniva infatti nella sede di San Donato Milanese della società italiana, dove venivano adottate tutte le decisioni strategiche ed organizzative.
E’ principio consolidato che, ai fini della punibilità dei reati commessi in parte all’estero, è sufficiente che nel territorio dello Stato si sia verificato anche solo un frammento della condotta, che, seppur privo dei requisiti di idoneità e di inequivocità richiesti per il tentativo, sia apprezzabile in modo tale da collegare la parte della condotta realizzata in Italia a quella realizzata in territorio estero…. A tal fine è stata ritenuta sufficiente l’essersi verificata in Italia anche la sola ideazione del delitto, quantunque la restante condotta sia stata attuata all’estero…

Di particolare interesse è anche quanto la Suprema Corte afferma, laddove esclude che, per i fatti commessi in parte in Italia, la definizione dei processi penali avviati all’estero contro la società precludano la rinnovazione del giudizio in Italia per i medesimi fatti.

Si legge in sentenza:

Gli accordi raggiunti in Nigeria e negli Stati Uniti d’America per la definizione dei processi penali avviati in tali Stati non precludono la rinnovazione del giudizio in Italia per i medesimi fatti.
In relazione a questi Paesi non vige infatti alcun obbligo pattizio che impedisca l’esercizio della giurisdizione italiana.
Tale obbligo non sussiste non solo per il perseguimento degli illeciti previsti dal D.Lgs. n. 231 del 2001, ma neppure in relazione ai reati ad essi connessi.
E’ principio consolidato nella giurisprudenza sia costituzionale che di legittimità (tra le tante, Corte cost. 58 del 1997; Sez. 2, n. 40553 del 21/05/2013, Tropeano, Rv. 256469) che il ne bis in idem internazionale in materia penale non costituisca principio o consuetudine di diritto internazionale, sicchè deve trovare la sua fonte esclusivamente in un obbligo pattizio.
Le convenzioni citate dalla ricorrente (Convenzione Ocse sulla corruzione dei pubblici ufficiali stranieri e Convenzione ONU contro la corruzione) prevedono soltanto meccanismi procedurali volti ad evitare che, in relazione allo stesso fatto, vengano avviati, dinanzi a diverse autorità nazionali, paralleli procedimenti penali. Tali meccanismi si esauriscono nella consultazione reciproca degli Stati al fine di stabilire quale tra le giurisdizioni concorrenti sia la più “idonea” ad esercitare l’azione penale. E’ significativo che l’art. 42, par. 6, della Convenzione ONU, precisi a tal riguardo che “fatte salve le norme di diritto internazionale generale, la presente Convenzione non esclude l’esercizio di ogni competenza penale stabilita da uno Stato Parte conformemente al proprio diritto interno”, con ciò ribadendo che, al di là della consultazione, non sussistono ulteriori conseguenze discendenti dalla Convenzione stessa.

Nel ratificare tali convenzioni, in ogni caso, l’Italia non ha ritenuto di introdurre norme volta a precludere in via generale il rinnovamento del giudizio per gli stessi fatti.

Nel D.Lgs. n. 231 del 2001, si è soltanto previsto, in relazione alla responsabilità degli enti, di apporre uno sbarramento alla perseguibilità dell’illecito commesso dall’ente nei casi in cui nei suoi confronti già proceda lo Stato del luogo in cui è stato commesso il fatto. Come prevede, l’art. 4 D.Lgs. cit. tale sbarramento opera in relazione ai soli “reati commessi all’estero”.
Ipotesi nella specie, non ricorrente per quanto in precedenza affermato.”

Cliccare qui per visualizzare la sentenza, come pubblicata sul sito della Corte di Cassazione.

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L’Avv. Anna Di Lorenzo sarà relatrice nel Seminario di specializzazione organizzato da Euroconference dal titolo “Modello 231 e Sicurezza sul Lavoro”.

PROGRAMMA

I soggetti della sicurezza
•   I soggetti della sicurezza
•   Il Datore di Lavoro: sviluppi giurisprudenziali
•   La delega di funzioni e poteri (art. 16 D.Lgs 81/08)
•   Utilità del Modello 231 per il Datore di Lavoro delegante
•   Individuazione dei soggetti in base alle mansioni di fatto

I diversi compiti “normativi” dei soggetti della sicurezza

Rapporti tra Modello 231 e DVR

Tecniche di analisi del rischio reato presupposto
•   Modalità operative per l’impostazione dell’analisi
•   Come reperire le informazioni (documenti, interviste, check list)
•   Individuazione ed analisi dei processi sensibili “sicurezza sul lavoro”

Protocolli specifici del Modello 231
•   Le indicazioni dell’art. 30 D.Lgs. 81/08
•   Standard minimi per le PMI (D.M. 13.2.2014)
•   Individuazione dei soggetti coinvolti e contenuti
•   Tecniche di redazione dei protocolli di prevenzione
•   Previsione di flussi informativi verso l’Organismo di Vigilanza
•   I sistemi di gestione, criteri di utilizzabilità

L’O.d.V.
•   Composizione dell’O.d.V.
•   Oggetto dell’attività di vigilanza
•   Rapporti tra O.d.V. e RSPP

SEDI E DATE

Bologna   AC Hotel 7 giugno 2016
Milano   Hotel Michelangelo 22 giugno 2016

Per ulteriori informazioni cliccare qui.

1546

L’Avv. Alberto Tenca sarà relatore nel Seminario di specializzazione organizzato da Euroconference dal titolo “Procedimento penale per la Responsabilità Amministrativa degli Enti”.

PROGRAMMA

La fase di indagini preliminari
•   Prescrizione e decadenza in relazione all’illecito 231
•   L’illecito commesso all’estero e quello commesso in Italia da Enti esteri
•   Reati associativi quali veicolo della responsabilità 231 in relazione a reati non presupposto: posizioni giurisprudenziali a confronto
•   Rappresentanza e costituzione dell’Ente tra incompatibilità normative e diritto di difesa
•   Le misure cautelari: requisiti per la concessione e difesa dell’Ente
•   Sequestro probatorio e conservativo

Il processo
•   La costituzione di parte civile dell’Ente e nei confronti dell’Ente: i contrasti giurisprudenziali
•   Compatibilità delle posizioni di Ente sottoposto a processo e di Responsabile civile per il fatto dell’imputato
•   Strategie e tecniche difensive
–   La difesa sul fatto reato presupposto e sull’illecito amministrativo di- pendente da reato
–   Il Modello come essenziale strumento di difesa
–   La prova dell’elusione fraudolenta del Modello
–   La prova dell’esistenza ed operatività dell’OdV
•   Il contenimento delle sanzioni
–   L’ottenimento di “attenuanti”
–   Come  impedire  sanzioni  interdittive  od  ottenerne  la  conversione  in sanzioni pecuniarie
•   Procedimento 231 e procedure concorsuali
–   Giudizio a carico dell’Ente fallito
–   Legittimità del sequestro 231 in pendenza di procedure concorsuali

SEDI E DATE

Bologna   ZanHotel Europa 1 aprile 2016
Milano   Hotel Michelangelo 15 aprile 2016
Roma   Centro Congressi Cavour 17 giugno 2016
Verona   DB Hotel 20 maggio 2016

 

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