Alberto Tenca

87 POSTS 0 COMMENTS

482

Evento organizzato dalla Camera Penale di Padova “Francesco De Castello” unitamente al Dipartimento di Diritto Pubblico, Internazionale e Comunitario dell’Università degli Studi di Padova, alla Camera degli Avvocati Tributaristi del Veneto ed all’UNCAT.

Evento accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Padova, con attribuzione di 3 crediti formativi in materia di diritto penale.

Finalmente un’importante conferma da parte della Suprema Corte, che chiarisce inequivocabilmente i confini tra soggetto apicale e soggetto sottoposto nell’ambito dell’organizzazione di una società.

Il tema è da sempre dibattuto ed ha visto contrapporsi opinioni dottrinali e pronunce giurisprudenziali che hanno di volta in volta ampliato o ristretto il novero dei soggetti apicali, senza soffermarsi in maniera approfondita sulla corretta interpretazione da attribuire alla lettera dell’art. 5 D.Lgs. 231/01.

La nostra opinione, espressa in numerosi convegni, è sempre stata nel senso di attribuire al concetto di “soggetto apicale”, individuato normativamente nelle “persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell’ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale”, un’interpretazione restrittiva circoscritta all’assoluto vertice della gestione societaria.

D’altro canto la lettera della norma parla di amministrazione e direzione o dell’intero ente o di una sua unità autonoma (richiamando concetti noti alla sicurezza sul lavoro per l’identificazione del “Datore di Lavoro”), concetti che non lasciano spazio ad un’estensione che abbracci soggetti posti al vertice di semplici “funzioni” aziendali.

Analogamente il concetto di “delega”, per quanto ampia, lascia sussistere una sottoposizione del delegato ad un potere di vigilanza del delegante.

La Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, con sentenza n. 34943 del 21.9.2022 ha finalmente cristallizzato tale impostazione interpretativa, affermando “…le nozioni di amministrazione e di direzione dell’ente o di una singola unità organizzativa richiamano, seppure sotto il profilo funzionale, la struttura stessa dell’ente evocando la massima espressione dei poteri di indirizzo, di elaborazione delle scelte strategiche, della organizzazione aziendale, della assunzione delle decisioni e dei deliberati attraverso i quali l’ente persegue le proprie finalità. La direzione implica, di regola, un atto di prepositura con la quale il dirigente viene indirizzato all’intera organizzazione aziendale ovvero ad una branca o settore autonomo di essa e viene investito di attribuzioni che, per ampiezza e per i poteri di iniziativa e di discrezionalità che comportano, pure nel rispetto delle direttive programmatiche dell’ente, di imprimere un indirizzo o un orientamento al governo complessivo dell’azienda assumendo la corrispondente responsabilità ad alto livello”.

Per concludere che “non può riconoscersi rilievo decisivo al conferimento mediante atto di delega di specifiche attribuzioni per lo svolgimento di una funzione determinata, anche se nevralgica nell’azienda… Ciò in quanto il delegato rimane sottoposto al più ampio potere del delegante, che viene esercitato anche sotto forma di vigilanza…”.

L’interpretazione più restrittiva del concetto di “soggetto apicale” non è di poco conto, se si considera il diverso regime di responsabilità e la diversa incidenza dell’onere probatorio ricadente sull’accusa che gli artt. 6 e 7 D.Lgs. 231/01 disciplinano a seconda che il fatto reato sia commesso da un apicale o da un sottoposto.

Cliccare qui per la sentenza (link a italgiure.giustizia.it)

Si riporta al presente link il testo della norma aggiornato con le modifiche apportate dal D.Lgs. 14 luglio 2020, n. 75, che ha introdotto le seguenti nuove fattispecie di reato presupposto della Responsabilità 231:

  • all’art. 24 D.Lgs. 231/01: art. 356 c.p. Frode nelle pubbliche forniture;
  • all’art. 24 D.Lgs. 231/01: art.  2 della L. 898/1986 Aiuti comunitari al settore agricolo;
  • all’art. 25 D.Lgs. 231/01: art. 314, comma 1, c.p. Peculato;
  • all’art. 25 D.Lgs. 231/01: art. 316 c.p. Peculato mediante profitto dell’errore altrui;
  • all’art. 25 D.Lgs. 231/01: art. 323 c.p. Abuso d’ufficio;
  • all’art. 25-quinquiesdecies D.Lgs. 231/01: art. 4 D.Lgs. 74/2000 Dichiarazione infedele; il reato presupposto sussiste se commesso nell’ambito di sistemi fraudolenti transfrontalieri e al fine di evadere l’imposta sul valore aggiunto per un importo complessivo non inferiore a dieci milioni di euro;
  • all’art. 25-quinquiesdecies D.Lgs. 231/01: art. 5 D.Lgs. 74/2000 Omessa dichiarazione; il reato presupposto sussiste se commesso nell’ambito di sistemi fraudolenti transfrontalieri e al fine di evadere l’imposta sul valore aggiunto per un importo complessivo non inferiore a dieci milioni di euro;
  • all’art. 25-quinquiesdecies D.Lgs. 231/01: art. 10-quater D.Lgs. 74/2000 Indebita compensazione; il reato presupposto sussiste se commesso nell’ambito di sistemi fraudolenti transfrontalieri e al fine di evadere l’imposta sul valore aggiunto per un importo complessivo non inferiore a dieci milioni di euro;
  • introduzione nel D.Lgs. 231/01 dell’art. 25-sexiesdecies Contrabbando, in relazione ai reati presupposto di cui al D.P.R. 23 gennaio 1973, n. 43 Testo Unico delle disposizioni legislative in materia doganale.

La Legge di delegazione europea n. 117 del 4 ottobre 2019, con la quale il Governo è stato delegato a “integrare le disposizioni del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, recante disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, prevedendo espressamente la responsabilità amministrativa da reato delle persone giuridiche anche per i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione europea e che non sono già compresi nelle disposizioni del medesimo decreto legislativo”, come noto, aveva già posto le premesse per l’ingresso nel D.Lgs. 231/01 di reati tributari, perlomeno entro i limiti di quanto potesse considerarsi effettivamente lesivo degli interessi finanziari dell’Unione europea secondo la Direttiva (UE) 2017/1371 (si veda nostro precedente commento).

Nelle more dell’attuazione di tale delega, il Governo è ora intervenuto con il Decreto Legge n. 124 del 26 ottobre 2019 (cd. Decreto Fiscale), che, all’art. 39, comma 2, va ad aggiungere dopo l’articolo 25-quaterdecies del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231  il seguente: Art. 25-quinquiesdecies (Reati tributari). – 1. In relazione alla commissione del delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti previsto dall’articolo 2 del decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74, si applica all’ente la sanzione pecuniaria fino a cinquecento quote.”.

Tale intervento, che appare slegato da ogni valutazione di effettiva lesione degli interessi dell’Unione europea, introdurrebbe pertanto e per la prima volta una fattispecie di reato tributario tra i reati presupposto della Responsabilità 231.

Usiamo il condizionale, in quanto l’art. 39, comma 3 del Decreto Fiscale, prevede espressamente che “Le disposizioni di cui ai commi 1 a 2 hanno efficacia dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del presente decreto.”

Sarà dunque necessario attendere la legge di conversione e quanto in essa sarà previsto, auspicando che il Legislatore voglia valutare un diverso approccio, intervenendo in materia unitaria ed organica sul tema dell’introduzione dei reati presupposto tributari nel D.Lgs. 231/01, anche in attuazione della Legge di delegazione europea. Ciò consentirebbe, chiaramente, alle imprese di affrontare in maniera sistematica l’intera materia nell’ambito dei Modelli di Organizzazione e Gestione.

Segnaliamo che il Decreto Legislativo 10 agosto 2018 n. 107 di adeguamento della normativa nazionale al Regolamento UE n. 596/2014, relativo agli abusi di mercato, interviene modificando il D.Lgs. 58/1998 (TUF) con un duplice impatto sulle norme da considerare ai fini del Modello 231.

Da un lato, infatti, la nuova norma, che entrerà in vigore il 29.9.2018, interviene modificando il testo degli artt. 184 e 185 del TUF, che costituiscono reato presupposto ai sensi dell’art. 25 sexies D.Lgs. 231/01.

Sotto diverso profilo, ad essere modificato è anche l’art. 187 quinquies del TUF.
Tale articolo,  prevedeva già nella precedente formulazione e prevede ancora una disciplina sanzionatoria per determinati illeciti amministrativi (non reati), basata sulla commissione di violazioni nell’interesse o a vantaggio della società da parte di soggetti apicali o sottoposti, ricalcando il contenuto dell’art. 5 D.Lgs. 231/01 e richiamando espressamente, in quanto compatibili, gli artt. 6, 7, 8 e 12 D.Lgs. 231/01.
L’articolo, come riformato, non fa più riferimento agli illeciti di cui agli artt. 187 bis e 187 ter del TUF, bensì alle violazioni dei divieti di cui agli artt. 14 e 15 del Regolamento UE n. 596/2014.

Inoltre, non si parla più di responsabilità dell’ente al pagamento di una somma pari alla sanzione amministrativa prevista per gli illeciti commessi, bensì pone a carico dell’ente una “sanzione amministrativa pecuniaria da ventimila euro fino a quindici milioni di euro, ovvero fino al quindici per cento del fatturato…”.

Appare dunque ampliata la portata della norma, sia con riferimento alle condotte sanzionabili, sia quanto all’ammontare della sanzione.

Di tutto ciò si dovrà tener conto per l’aggiornamento di un Modello 231 che voglia da un lato prevenire i reati presupposto indicati nel D.Lgs. 231/01, dall’altro precostituire una difesa dalla sanzione amministrativa di cui all’art. 187 quinquies del TUF.

Cliccare qui per il link alla norma, come pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

2380
Seminario di due giornate organizzato da EUROCONFERENCE 
(varie sedi da ottobre a dicembre 2018)
CORPO DOCENTE:

Avv. Anna Di Lorenzo e Avv. Alberto Tenca

PROGRAMMA
PRIMI ASPETTI DA CONSIDERARE PER LA REDAZIONE DEL MODELLO 231
  • natura della responsabilità da prevenire con il Modello 231
  • ambito soggettivo e territoriale di applicazione della norma
  • elementi essenziali dell’illecito:
    • il reato presupposto
    • l’autore: soggetti apicali e sottoposti
    • interesse o vantaggio per l’Ente
  • i soggetti terzi che coinvolgono la responsabilità dell’Ente
APPROCCIO PRATICO ALL’ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI 
  • sviluppo operativo dell’attività di analisi
  • processi da analizzare in relazione alle fattispecie di reato presupposto
  • rilevanza della forma societaria, del sistema di amministrazione e delle deleghe
  • impostazione della mappatura dei rischi reato presupposto
  • discussione critica di diverse tecniche di valutazione del rischio
IMPOSTAZIONE DEL MODELLO 231
  • contenuti normativi
  • sviluppo di parte generale e speciale
  • previsione di flussi informativi verso l’Organismo di Vigilanza
  • come utilizzare i Sistemi certificati (es. ISO 9000 e 14001 e OHSAS 18000)
SUGGERIMENTI OPERATIVI DI REDAZIONE DEI PROTOCOLLI DI PREVENZIONE
  • tecniche di redazione e contenuti essenziali
  • autoriciclaggio: questioni discusse e ‘approccio’ preventivo
  • fasi da regolamentare nei processi di acquisto e vendita per la prevenzione di molteplici reati
  • sicurezza sul lavoro: gli aspetti da gestire nel Modello 231
  • disamina di misure di prevenzione in materia ambientale
  • discussione in merito alla prevenzione di reati d’interesse dei partecipanti
L’ADEGUAMENTO DEL MODELLO 231 ALLE PRINCIPALI NOVITÀ 
  • la prevenzione del nuovo reato di istigazione alla corruzione tra privati ex art. 2635 bis c.c. e del reato di corruzione tra privati ex art. 2635 c.c. come di recente modificato
  • le Linee guida dell’ANAC: Determinazione 1134/2017 misure anticorruzione per le imprese e Modello 231
  • il nuovo Codice degli appalti e l’influenza sul Modello 231
  • la prevenzione alle ipotesi di riciclaggio di denaro alla luce della riforma del D.Lgs. 231/2007
  • la normativa sul whistleblowing: Legge 179/2017. Quali aspetti considerare nell’impostare i flussi informativi interni e le segnalazioni
  • il Regolamento privacy 679/2016: aspetti di interesse per l’impostazione dei protocolli
  • i nuovi reati presupposto in materia di razzismo e xenofobia e immigrazione clandestina
L’ORGANISMO DI VIGILANZA

  • aspetti critici nella composizione
  • bilanciamento delle indicazioni normative e giurisprudenziali con le esigenze pratico-operative

IL SISTEMA DISCIPLINARE 

  • come strutturare un sistema disciplinare “legittimamente applicabile”
  • i soggetti da sanzionare e i titolari del potere disciplinare
  • illeciti sanzionabili e tipologia di sanzioni
  • le sanzioni per i terzi e condizioni di irrogabilità
  • gli aspetti peculiari nel distacco e nella somministrazione
  • l’impatto della normativa sul whistleblowing

COME IMPOSTARE L’ATTIVITA’ DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE 

  • soggetti destinatari dell’informazione e formazione
  • oggetto dell’informativa
  • previsioni contrattuali nei rapporti con i terzi

COME PROCEDERE PER L’AGGIORNAMENTO DEL MODELLO 231

  • motivi che determinano l’aggiornamento
  • i soggetti coinvolti nell’aggiornamento
  • iter da seguire
  • adozione ed attuazione dell’aggiornamento

UTILITA’ DEL MODELLO 231

  • esimente dalla responsabilità e strumento di difesa
  • sistema di organizzazione rilevante ai sensi del codice civile e della giurisprudenza penale
  • rating d’impresa e rapporti con il rating di legalità. Quale valenza ha il Modello 231?
  • ulteriori utilità

ASPETTI DA CONSIDERARE NELLA PROSPETTIVA PROCESSUALE

  • Accorgimenti essenziali per l’utilizzo del Modello 231 a difesa
  • Come porre tempestivamente l’Ente in condizioni di partecipare e difendersi nel procedimento 231

PRATICA PROFESSIONALE
Durante il corso verranno presi in esame casi pratici per concretizzare, tramite esempi, fac-simili e modelli, i passaggi “chiave” illustrati in aula.

Per ulteriori informazioni sulle sedi e date cliccare qui

Il D.Lgs. 21/2018, che entrerà in vigore il 6.4.2018, ha abrogato alcune disposizioni normative concernenti reati, anche presupposto della Responsabilità 231, trasferendone il contenuto in nuovi articoli del codice penale.

In base all’art. 8 D.Lgs. 21/2018, “Dalla data di entrata in vigore del presente decreto, i richiami alle disposizioni abrogate dall’art. 7, ovunque presenti, si intendono riferiti alle corrispondenti disposizioni del codice penale…”.

Per quanto d’interesse, dunque:

  • il richiamo contenuto nell’art. 25-undecies D.Lgs. 231/01 all’abrogato art. 260 D.Lgs. 152/2006 va ora inteso riferito al nuovo art. 452-quaterdecies c.p. (Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti)
  • il richiamo contenuto nell’art. 25-terdecies D.Lgs. 231/01 all’abrogato art. 3, co. 3-bis, L. 654/1975 va ora inteso riferito al nuovo art. 604-bis, co. 3, c.p. (Propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa)

Cliccare qui per il testo normativo

Da tempo ci si interroga in merito ai risvolti di una pronuncia di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto ai sensi dell’art. 131 bis c.p., introdotto con D.Lgs. 28/2015, sul procedimento per l’accertamento della responsabilità 231 in capo alla società.

In dottrina, autorevoli esponenti (tra cui l’Avv. Maurizio Arena nel contributo “Tenuità del fatto e responsabilità dell’ente” del 26.3.2015) hanno sostenuto con valide argomentazioni fondate sul D.Lgs. 231/01 e sulla Relazione ministeriale al Decreto stesso, che la menzionata declaratoria di tenuità del fatto giova alla persona fisica, ma “non implica una conseguente esclusione della responsabilità della persona giuridica per quel reato”.

Non sono mancate tesi contrapposte ed, in particolare, si evidenzia come una Circolare della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, contenente indicazioni operative, avesse espresso la seguente considerazione: “La disciplina segnata dall’art. 8 del D.lvo n. 231/ 2001 prevede soltanto che l’estinzione del reato, salvo che nell’ipotesi di amnistia, non esclude la responsabilità amministrativa dell’ente con conseguente  prosecuzione del procedimento penale nei suoi confronti. Una simile clausola di salvaguardia non è stata introdotta anche con riferimento all’ istituto della tenuità del danno, sicché l’archiviazione per la causa di non punibilità in esame riguardante la persona fisica si estende senza dubbio anche a quella giuridica”.

La Corte di Cassazione, Sez. III Penale, con sentenza n. 9072 del 28.2.2018, è infine intervenuta nell’affermare il seguente principio di diritto: “In tema di responsabilità degli enti, in presenza di una sentenza di applicazione della particolare tenuità del fatto, nei confronti della persona fisica responsabile della commissione del reato, il giudice deve procedere all’accertamento autonomo della responsabilità amministrativa della persona giuridica nel cui interesse e nel cui vantaggio il reato fu commesso; accertamento di responsabilità che non può prescindere da una opportuna verifica della sussistenza in concreto del fatto reato, in quanto l’applicazione dell’art. 131 bis c.p. non esclude la responsabilità dell’ente, in via astratta, ma la stessa deve essere accertata effettivamente in concreto; non potendosi utilizzare, allo scopo, automaticamente la decisione di applicazione della particolare tenuità del fatto, emessa nei confronti della persona fisica”.

3561
Seminario organizzato da EUROCONFERENCE 
(varie sedi  e date maggio 2018)
CORPO DOCENTE:

Avv. Anna Di Lorenzo

 

PROGRAMMA
Le fattispecie di reato presupposto

Il Modello 231 per la sicurezza

  • Aspetti da gestire
  • Rapporti con il DVR e la documentazione della sicurezza

I soggetti della sicurezza

  • I soggetti della sicurezza
  • Il Datore di Lavoro: sviluppi giurisprudenziali
  • La delega di funzioni (art. 16 D.Lgs. 81/08)
  • Utilità del Modello 231 per il Datore di Lavoro delegante
  • Individuazione dei soggetti in base alle mansioni di fatto
  • I diversi compiti “normativi” dei soggetti della sicurezza

Tecniche di analisi del rischio reato presupposto

  • Modalità operative per l’impostazione dell’analisi
  • Informazioni utili da acquisire
  • Individuazione dei processi sensibili “sicurezza sul lavoro”
Protocolli di prevenzione

  • Tecniche di redazione e contenuti
  • Individuazione dei soggetti coinvolti
  • Le indicazioni dell’art. 30 D.Lgs. 81/08
  • Standard minimi per le PMI (D.M. 13.2.2014)
  • Previsione di flussi informativi verso l’Organismo di Vigilanza
  • I diversi Sistemi di Gestione della sicurezza: criteri di utilizzabilità
  • Utilità dei protocolli “sicurezza sul lavoro” nella prevenzione di altri reati presupposto

Oggetto della formazione

Il sistema disciplinare

L’O.d.V. e la sicurezza sul lavoro

  • Composizione dell’O.d.V.
  • Oggetto dell’attività di vigilanza
  • Rapporti tra O.d.V. e RSPP

Per ulteriori informazioni sulle sedi e date cliccare qui

3502
Seminario di due giornate organizzato da EUROCONFERENCE 
(varie sedi da marzo a giugno 2018)
CORPO DOCENTE:

Avv. Anna Di Lorenzo e Avv. Alberto Tenca

PROGRAMMA
PRIMI ASPETTI DA CONSIDERARE PER LA REDAZIONE DEL MODELLO 231
  • natura della responsabilità da prevenire con il Modello 231
  • ambito soggettivo e territoriale di applicazione della norma
  • elementi essenziali dell’illecito:
    • il reato presupposto
    • l’autore: soggetti apicali e sottoposti
    • interesse o vantaggio per l’Ente
  • i soggetti terzi che coinvolgono la responsabilità dell’Ente
APPROCCIO PRATICO ALL’ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI 
  • sviluppo operativo dell’attività di analisi
  • processi da analizzare in relazione alle fattispecie di reato presupposto
  • rilevanza della forma societaria, del sistema di amministrazione e delle deleghe
  • impostazione della mappatura dei rischi reato presupposto
  • discussione critica di diverse tecniche di valutazione del rischio
IMPOSTAZIONE DEL MODELLO 231
  • contenuti normativi
  • sviluppo di parte generale e speciale
  • previsione di flussi informativi verso l’Organismo di Vigilanza
  • come utilizzare i Sistemi certificati (es. ISO 9000 e 14001 e OHSAS 18000)
SUGGERIMENTI OPERATIVI DI REDAZIONE DEI PROTOCOLLI DI PREVENZIONE
  • tecniche di redazione e contenuti essenziali
  • autoriciclaggio: questioni discusse e ‘approccio’ preventivo
  • fasi da regolamentare nei processi di acquisto e vendita per la prevenzione di molteplici reati
  • sicurezza sul lavoro: gli aspetti da gestire nel Modello 231
  • disamina di misure di prevenzione in materia ambientale
  • discussione in merito alla prevenzione di reati d’interesse dei partecipanti
L’ADEGUAMENTO DEL MODELLO 231 ALLE PRINCIPALI NOVITÀ 
  • la prevenzione del nuovo reato di istigazione alla corruzione tra privati ex art. 2635 bis c.c. e del reato di corruzione tra privati ex art. 2635 c.c. come di recente modificato
  • le Linee guida dell’ANAC: Determinazione 1134/2017 misure anticorruzione per le imprese e Modello 231
  • il nuovo Codice degli appalti e l’influenza sul Modello 231
  • la prevenzione alle ipotesi di riciclaggio di denaro alla luce della riforma del D.Lgs. 231/2007
  • la normativa sul whistleblowing: Legge 179/2017. Quali aspetti considerare nell’impostare i flussi informativi interni e le segnalazioni
  • il Regolamento privacy 679/2016: aspetti di interesse per l’impostazione dei protocolli
  • i nuovi reati presupposto in materia di razzismo e xenofobia e immigrazione clandestina
L’ORGANISMO DI VIGILANZA

  • aspetti critici nella composizione
  • bilanciamento delle indicazioni normative e giurisprudenziali con le esigenze pratico-operative

IL SISTEMA DISCIPLINARE 

  • come strutturare un sistema disciplinare “legittimamente applicabile”
  • i soggetti da sanzionare e i titolari del potere disciplinare
  • illeciti sanzionabili e tipologia di sanzioni
  • le sanzioni per i terzi e condizioni di irrogabilità
  • gli aspetti peculiari nel distacco e nella somministrazione
  • l’impatto della normativa sul whistleblowing

COME IMPOSTARE L’ATTIVITA’ DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE 

  • soggetti destinatari dell’informazione e formazione
  • oggetto dell’informativa
  • previsioni contrattuali nei rapporti con i terzi

COME PROCEDERE PER L’AGGIORNAMENTO DEL MODELLO 231

  • motivi che determinano l’aggiornamento
  • i soggetti coinvolti nell’aggiornamento
  • iter da seguire
  • adozione ed attuazione dell’aggiornamento

UTILITA’ DEL MODELLO 231

  • esimente dalla responsabilità e strumento di difesa
  • sistema di organizzazione rilevante ai sensi del codice civile e della giurisprudenza penale
  • rating d’impresa e rapporti con il rating di legalità. Quale valenza ha il Modello 231?
  • ulteriori utilità

ASPETTI DA CONSIDERARE NELLA PROSPETTIVA PROCESSUALE

  • Accorgimenti essenziali per l’utilizzo del Modello 231 a difesa
  • Come porre tempestivamente l’Ente in condizioni di partecipare e difendersi nel procedimento 231

PRATICA PROFESSIONALE
Durante il corso verranno presi in esame casi pratici per concretizzare, tramite esempi, fac-simili e modelli, i passaggi “chiave” illustrati in aula.

Per ulteriori informazioni sulle sedi e date cliccare qui